Al di là della collina, dall’altra parte della vallata, una falciatrice piccola e lontana si muove disegnando una spirale tutto intorno ad un campo di erba verdissima.
L’erba, tagliata e accasciata a terra, modifica il suo colore diventando di un pacifico giallo chiaro.
Viste da lontano, le impronte della falciatrice, al ritmo di un rumore lontano, disegnano cerchi concentrici che fanno lentamente cambiare le sfumature cromatiche del campo.
Io, a bordo piscina, sonnecchio sul lettino facendo attenzione al bisbiglio del vento che increspa l’acqua azzurra.
Caldo sulla pelle smorzato da nuvole vagabonde.
Chiudo gli occhi assopita.
Riaprendoli, vedo il piccolo laborioso puntino che, come una formichina all’orizzonte, continua i suoi giri “trasforma-colori“.
Il verde dell’erba ancora intonsa, diventa un quadratino sempre più piccolo al centro del campo.
Mi giro pigra dall’altro lato in cerca di qualcosa. Mi addormento.
Quando riapro gli occhi è quasi il tramonto.
Le ombre si sono allungate sulla vallata. La falciatrice girella ormai su se stessa, mangiando, come in un antico vidoegioco, gli ultimi pixel di erba verde.
E sorrido.
Penso che passare la giornata in questo modo sia davvero delizioso.
wAU!!!! Davvero rilassante che invidia… 😀
non ti dico!
Sono tornata a Roma nuova di zecca!
Eppi-dog invece, dopo aver scorazzato per campi e colline è tornata “con la zecca” … 🙂
Dov’è che dicevo di essere immune dall’invidia?
Bisogna che io ritrovi quel commento e chieda al blogger di cancellarlo: via, via!
*** Beata te! ***
eh eh!
Si si! Ma se ti può consolare….ora sono di nuovo a casa nel solito Eppi-tran tran.
🙂
SIGH! 😦
Ciao Eppi, bentornata!!!
Si vede che sei nuova di zecca, vedo la scarpetta rosa che è più luccicosa che mai!!!!
🙂
EGGRAZIEEEEE!!!
Infatti è straluccicosissima!
Pure lei s’è fatta un tuffo in piscina!
Sarà il cloro….
🙂
ciaoooo!
Spesso mi sono chiesto qual è il senso della vacanza in agriturismo,
adesso l’ho capito.
Un post da leggere prima di addormentarsi, troooooppo rilassante
🙂
esaaaatto!
Certo non vai in agriturismo in cerca di avventure…però puoi trovare relax e buon cibo incorniciati in un paesaggio mozzafiato.
Sull’orlo della noia.
Torni che stai da paura!
Soprattutto se l’alternativa è la calca del mare vicino Roma con traffico, file interminabili e acqua in cui galleggia il fantastico mondo di Quark…
Che bello il weekendone, solo leggerlo fa rilassare, con quell’atmosfera dolce e pigra! Bentornata eppi 🙂
ma bentornata carissima!
sei andata in Toscana, vero?
IO: AGENTE SEGRETO 🙂
già..
io ci passerei la vita intera nel cazzeggio più assuluto..
vabbé, ora vado a rotolarmi sul divano..
ciao..
Non si può che condividere il senso di relax che questo post trasmette…. una giornata così vale sempre la pena di essere vissuta. :-))
@lagiraffa: grazie! Io molto rilassata ora!
@Scarlett: no caro agente segreto….era l’Umbria!
Però sei andata vicino. E pure io!
@gap: beh! io veramente dopo un po’ (poco) mi annoio. Però ogni tanto è bellissimo cazzeggiare…scusa vado a rotolarmi anche io sul divano…
@specchio: questo sicuramente. anche perchè una giornata così ti rimette un sacco di cose in prospettiva.
Lo penso anche io!
Si, proprio un bel modo di trascorrere una giornata, yahoo!!! 😉
A presto! 🙂
@gea e Andrea: peccato che le vacanze mi sembrano sempre troppo, troppo brevi….. siiiigh! 😦
Io ho passato in agriturismo i migliori week end lunghi della mia vita.
Capisco. 🙂
@mamma imperfetta: devo dire anche io….sempre inaspettati, quasi mai programmati ma sempre fantastici! 🙂
Sì, ma le mosche? E le zanzare? 😀
Dopo aver accumulato tanto stress leggere un post rilassante come questo può fare solo bene! 🙂
Il tiolo, l’ìimmagine e l’inizio del tuo pensiero hanno aperto in me quell’angolino recondito dove gelosamente custodisco i ricordi più cari ed ecco riaffiorare l’immagine di campi di grano con sparse qua e la piccole macchie rosse ed altre di un azzurro incredibile.
Papaveri e fiordalisi.
Io ho vissuto solo i miei primi 5 anni di vita in campagna, poi ho sempre vissuto in una grande città, ma d’estate tornavo nel paesino dove mia madre era nata, vissuta e cresciuta, mi ricordo ancora i carri tirati lentamente dai buoi, mi ricordo i papaveri e i fiordalisi nei campi di grano, oggi non si trovano quasi più, qualche papavero ma non ho mai più visto i fiordalisi, troppe sostanze chimiche molto probabilmente, mi ricordo il grande caldo afoso dei mesi di luglio/agosto e la macchina per battere il grano con tutto il suo rumore e la gran nuvola di polvere e le raccomandazioni dei grandi a non avvicinarsi alla macchina a vapore che con la sua cinghia lunghissima faceva funzionare la macchina più grande dove veniva diviso il grano dagli steli e insaccato, le balle di paglia che uscivano imballate dalla parte posteriore del carro più grande, paglia che veniva successivamente usata per la stalla e le bestie, i sacchi di grano chiusi appoggiati al muro del cascinale sotto l’uva dolce ed asprigna che cresceva attaccata al muro vicino al pozzo e all’uscio di casa, uva “lignenga” almeno così veniva chiamata in dialetto, non ho mai saputo come si chiamasse in italiano, ma non l’ho mai più trovata in commercio, era un tipo di uva autoctona da tavola probabilmente senza un vero e proprio mercato, mi ricordo le moltitudine di persone che in quei giorni di duro lavoro si davano da fare per portare a termine il ciclico lavoro, la grande fatica, il sudore, ma anche la grande semplicità ed allegria, bastava un bicchiere di fresca picchetta (vino innacquato con fresca acqua del pozzo con l’aggiunta di un po’ di zucchero) dal grande potere dissetante e rinfrescante per far tornare energie ed allegria nelle genti, non so dire se quei tempi erano migliori, sicuramente erano altri tempi, probabilmente ne migliori ne peggiori, parlo degli anni 1955/60, i meravigliosi anni 60, un attimo di vita nel lungo scorrere del tempo che in ogni senso è assolutamente irripetibile..
Alanford50
@taglia: questa volta né mosche e né zanzare per me! 😉
se le è portate via il vento…oppure se l’è mangiate tutte Eppi-dog
@donnevittoriose: pensa che io mentre lo scrivevo….mi sono addormentata… 🙂
@alanford50: in pratica hai scritto un’integrazione al mio post!
Grazieeeee! E’ bellissimo leggere di ricordi così vividi e dal sapore antico.
AN – CO – RA ! AN – CO – RA !
Grazie davvero. Hai aggiunto quello che mancava. 🙂
Beh, diciamo che hai descritto una realtà che potrebbe anche essere una metafora, la voglia di riappropriarsi di qualcosa che spesso ci sfugge nella vita quotidiana, sentirsi in pace con se stessi, e in qualche modo dialogare con la natura circostante.
Una bella immagine che in qualche modo mi fa riflettere…e comunque… ma la nuvoletta incazzosa me la sono trovata sulla testa soltanto io? 😦 ( 😆 )
Mannagg…
macchè solo tu!
io ho descritto solo il primo dei tre giorni….
se ti racconto il terzo sembro Fantozzi!
🙂
Be visto che ti piacciono così tanto i ricordi dei tempi che furono, da quel famoso angolino della memoria, ho ritrovato questa piccola cosa, quasi insignificante, ma che ha comunque lasciato un segno di tenerezza nello scorrere dei miei giorni.
Chi si ricorda della carta da zucchero blu.
Il ricordo di quella carta dallo strano colore blu intenso, mi riporta bambino, quando nel negozio sotto casa, mandato, compravo lo zucchero o gli spaghetti sfusi, che non erano tagliati e diritti come si usa oggi, ma lunghi ed in mezzo curvati, a denotare una lunga asciugatura appesi tutti eguali, tutto veniva venduto sfuso ed incartato con quella carta strana di colore blu, leggermente spessa ed oleosa, così diversa da tutte le altre, e proprio per questo me ne chiedevo il senso e l’utilità
Quella carta serviva anche per noi bambini come prima cura contro gli infiniti bolli che i giochi ci procuravamo, appositamente bagnata la si appoggiava sulla parte colpita, e d’incanto il dolore svaniva, o perlomeno così ci sembrava, a noi fanciulli di un tempo, una misera carta blu aveva il potere di farci credere a chissà quali miracolosi poteri, o forse eravamo solamente bambini capaci di sognare e che abbiamo avuto la grande fortuna di nascere in un momento e nel posto dove questo ci era ancora stato concesso di fare.
Alanford50
che meraviglia!
Io la carta da zucchero blu non l’ho mai vissuta però è un ricordo tenerissimo che anzi mi ha fatto venire un’ideuccia per uno dei prossimi post.
Un abbraccio e grazie ancora per la condivisione.
Sei SEMPRE il benvenuto qui.